Torniamo oggi ad occuparci della nostra rubrica “Asylum Scholar” che abbiamo lasciato un po’ da parte in queste settimane per dare spazio alle importanti novità che hanno riguardato la nostra associazione in questo inizio 2016. Stiamo parlando ovviamente dell’avvio del nostro impegno sulle COI-Informazioni sui Paesi di origine dei richiedenti asilo e della pubblicazione della nostra ricerca sulle decisioni del Tribunale di Bologna sui ricorsi in materia di protezione internazionale. 

La tesi che pubblichiamo oggi è di Adriana Di Conca e si intitola “La nozione di beneficiario della protezione internazionale nell’ordinamento italiano alla luce delle norme internazionali”. Come sempre, nelle righe che seguono potrete trovare una breve introduzione scritta dalla stessa autrice e il link alla tesi completa. Buona lettura!




La nozione di beneficiario della protezione internazionale nell’ordinamento italiano alla luce delle norme internazionali
Adriana Di Conca
LUISS 
Dipartimento di Scienze Politiche


Il presente lavoro intende analizzare la nozione di beneficiario della protezione internazionale all’interno del nostro ordinamento italiano, così come derivante dalle Convenzioni internazionali di tutela dei diritti umani e dall’ordinamento dell’Unione Europea. A tal fine, verrà analizzata in primis la previsione costituzionale ex art. 10.3 Cost. circa il diritto di asilo, ricostruendo le tappe che hanno portato alla sua formulazione in sede assembleare, analizzandone la natura, il contenuto e la portata, nonché le differenze sostanziali e formali con la disciplina relativa allo status di rifugiato ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1951; in merito sarà rilevante il dibattito giurisprudenziale apertosi nei primi anni novanta, con riguardo alla nota sentenza della Corte di cassazione n. 4674 del 1997, la quale, fungendo da spartiacque, ha affermato per la prima volta la natura di diritto soggettivo perfetto del diritto di asilo ex art. 10.3 Cost., nonché alla sentenza del Tribunale di Roma relativa al celebre caso Ocalan, la quale costituisce la prima decisione sul conferimento del diritto di asilo costituzionale.

Nel secondo capitolo si procederà invece ad un’analisi dettagliata della Convenzione di Ginevra del 1951, recante la disciplina dello status di rifugiato, in relazione ad i suoi due punti cardine: la definizione di rifugiato ai sensi dell’art. 1, lett. A, n. 2 ed il principio di non-refoulement sancito dall’art. 33; e della Convenzione di Roma del 1950, in relazione alla c.d. “protezione par ricochet” elaborata dalla giurisprudenza della Corte di Strasburgo, principalmente sulla base, ma non solo, dell’art. 3 CEDU che vieta la tortura od altri trattamenti inumani o degradanti.

Si passerà, poi, ad analizzare il tema dell’asilo all’interno del contesto dell’Unione Europea, ripercorrendone le tappe che hanno portato alla formazione del Sistema europeo comune di asilo, dall’iniziale ricorso alla cooperazione intergovernativa fino al Trattato di Lisbona, con cui è stato stabilito un regime unico in materia, valido in tutto il territorio dell’Unione. Ed è proprio in tale quadro che si inserisce l’approvazione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio della Direttiva qualifiche 95/2011 che disciplina l’attribuzione della qualifica di beneficiario della protezione internazionale e costituisce il fulcro di tale trattazione; tale atto, che vede nella Convenzione di Ginevra la pietra angolare della disciplina giuridica internazionale sui rifugiati, ed ha il merito di aver codificato l’istituto della protezione sussidiaria sulla base della giurisprudenza della Corte EDU, si pone l’obiettivo di assicurare che gli Stati membri dell’Unione applichino criteri comuni nell’identificazione dei beneficiari della protezione internazionale, al fine di evitare disparità di trattamento all’interno dell’Unione, nonché di avvicinare quanto più possibile il contenuto dei due status giuridici, ossia lo status di rifugiato e lo status di protezione sussidiaria. Si vedrà dunque come la disciplina prevista dalla Direttiva “penetri” a pieno titolo nell’ordinamento italiano, attraverso l’analisi del Decreto legislativo di attuazione 18/2014, in relazione all’identificazione del beneficiario dello status di rifugiato e della protezione sussidiaria, nonché del contenuto della protezione, con attenzione ad alcune particolarità proprie del caso italiano, soprattutto in relazione alla normativa interna ed alla tutela costituzionale dell’asilo.

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