Situazione politica e stato di sicurezza

19 luglio: il dipartimento di Stato degli Stati Uniti pubblica lo studio annuale sul terrorismo (Country Report on Terrorism 2016 – Senegal). Nel report si sottolinea che il governo del Senegal ha lavorato a stretto contatto con gli ufficiali militari e di polizia americani per rafforzare le proprie capacità di controllo del terrorismo dopo i pesanti attacchi avvenuti in alcuni Paesi dell’area. Il governo senegalese ha intrapreso inoltre numerosi cambiamenti legislativi e strutturali per affrontare meglio la minaccia del terrorismo, tra cui la creazione di un “Inter-Ministerial Framework for Intervention and Coordination of Counterterrorism Operations” (CICO) e alcune modifiche normative volte a creare nuove fattispecie penali in materia di terrorismo e ad aumentare le pene previste. Il rischio terrorismo in Senegal deriva da fattori esterni – come la presenza militare senegalese in diverse aree della regione – e da fattori interni – quali la presenza di diversi gruppi religiosi all’interno dello stesso Paese (fonte US Department of State – per l’informazione vedi qui).

 

30 luglio-1 agosto: sono annunciati i risultati delle elezioni legislative tenutesi il 30 luglio, dopo una tesa campagna elettorale tra le coalizioni rivali, in cui la polizia ha arrestato decine di sostenitori dell’attuale Presidente Macky Sall e del suo predecessore Abdoulaye Wade.  La coalizione, guidata dall‘attuale presidente Macky Sall, ha ottenuto una vittoria schiacciante guadagnando 125 seggi su 165, con una maggioranza dei suffragi stimata del 49,48%. I risultati dovranno essere confermati dalla Corte costituzionale. Il tasso di partecipazione si è assestato intorno al 54%. Tra le polemiche sorte in relazione alle elezioni, il fatto che centinaia di elettori non hanno potuto pronunciare il proprio voto a causa di ritardi nel rilascio di carte di identità biometriche, necessarie per essere ammessi al voto. Secondo le dichiarazioni del Ministro dell’interno, nel 30% dei casi questi documenti non sono ancora stati distribuiti (fonte Al-Jazeera, Reuters e Jeune Afrique – per l’informazione vedi qui, qui, qui e qui).

 

9 agosto: il leader del principale partito di opposizione senegalese, ha dichiarato che il suo partito non parteciperà ad alcuna futura elezione organizzata dal governo, definendo una “messinscena” (“masquerade”) le votazioni che si sono tenute il mese scorso e che hanno attribuito una larga maggioranza alla coalizione del presidente in carica Macky Sall. Le elezioni parlamentari si sono svolte nell’impossibilità per molti elettori di parteciparvi a causa dei ritardi nel rilascio delle tessere elettorali biometriche richieste (fonte Reuters – per l’informazione vedi qui).

Diritto e prassi

5 settembre: le autorità senegalesi hanno arrestato Assane Diouf, noto come l’”insoulteure de la Toile” per le sue proposte anti presidenziali. Diouf, accusato di “atti di terrorismo” e di “apologia del terrorismo” è stato poi rilasciato su cauzione. Non sono chiare le circostanze che hanno portato alla formulazione delle accuse, che l’avvocato di Diouf ha definito “macchinazioni” delle autorità senegalesi (fonte Jeune afrique – per l’informazione vedi qui).

Diritti umani e libertà fondamentali

11 luglio: HRW pubblica un report sulla condizione dei bambini talibè in Senegal, Paese dove si stima che circa 50.000 bambini che vivono nelle daaras, le scuole coraniche tradizionali, siano costretti a chiedere le elemosina per conto dei loro insegnanti, i marabout, in cambio di una quota giornaliera di soldi, riso o zucchero. Il report si concentra sull’analisi dei risultati del primo anno di applicazione del c.d. Programma “retrait des enfants de la rue” (“rimuovere i bambini dalla strada”), introdotto dal governo senegalese a partire dal giugno 2016 per contrastare questo fenomeno. HRW riporta che, a dispetto di alcuni risultati positivi, tra cui lo svolgimento di operazioni che hanno consentito di rimuovere dalla strada oltre 1.500 bambini, tale programma non sembra aver avuto un impatto sul numero allarmante di bambini soggetti allo sfruttamento, fallendo soprattutto nel lanciare investigazioni e promuovere accuse contro i marabout coinvolti negli abusi (fonte HRW – per l’informazione vedi qui).

 

28 luglio: Human Rights Watch (HRW) pubblica uno studio sull’iniziativa annunciata il 30 giugno dal governo senegalese, volta a rimuovere dalla strada i bambini, compresi i talibés. A detta di HRW, questa azione rappresenterebbe un importante passo in avanti verso lo sradicamento del sistema di sfruttamento minorile presente nel Paese. Tuttavia, insieme alla Piattaforma per la promozione e protezione dei diritti umani (PPDH), HRW fa appello alle autorità senegalesi affinché sottopongano a indagine e condannino gli insegnanti e tutti coloro che risultano coinvolti in atti di violenza contro i bambini. Negli ultimi anni, diversi bambini sono stati percossi, incatenati o abusati sessualmente mentre chiedevano l’elemosina. Durante la sola prima metà del 2016, i decessi tra i bambini alloggiati presso scuole coraniche sono già 5, e tra le loro cause si contano sia (presumibilmente) le percosse inflitte dai loro insegnanti sia gli incidenti stradali accorsi mentre erano costretti a chiedere l’elemosina. Secondo i dati registrati da HRW, oggi in Senegal, i talibés – normalmente maschi di età compresa tra i 5 e i 15 anni, sfruttati dalle scuole coraniche – sarebbero oltre 50.000. A conclusione dello studio, HRW osserva che, in assenza di una regolamentazione precisa delle attività delle scuole coraniche nonché dell’avvio di azioni giudiziarie volte a punire gli insegnanti colpevoli di violenze, l’iniziativa del governo senegalese non consentirà di sradicare il fenomeno dei bambini di strada (fonte HRW – per l’informazione vedi qui).

 

4-15 agosto: la cantante senegalese Amy Collé Dieng è stata fermata ed interrogata a Dakar, in seguito alla diffusione di una registrazione audio in cui la donna criticava il presidente in carica Macky Sall. La cantante è stata rilasciata dopo 10 giorni sotto custodia per “offesa al capo dello stato” e “diffusione di false notizie”, due reati punibili dal codice penale del Senegal con la pena detentiva e con una pena pecuniaria (fonte Jeune Afrique e Africa news – per l’informazione vedi qui e qui).

 

15 agosto: il Dipartimento di stato americano pubblica il report annuale sulla libertà religiosa “2016 International Religious Freedom Reports: Senegal”. Secondo il report la Costituzione senegalese garantisce la libera pratica dei credo religiosi e l’autoregolamentazione da parte di tutti i gruppi religiosi (previa registrazione), senza l’interferenza del Governo, purché venga mantenuto l’ordine pubblico. La Costituzione proibisce l’identificazione dei partiti politici con un credo religioso. Il report sottolinea inoltre che il governo senegalese ha assunto diverse iniziative nel corso dell’anno volte a garantire la libertà religiosa e che è stato sollecitato da una coalizione di ONG per i diritti dei bambini ad affrontare il problema dello sfruttamento e maltrattamento dei ragazzi in alcune scuole coraniche, spingendo per l’implementazione di una legge del 2005 volta a  proibire l’accattonaggio forzato dei minori (fonte US Department of State –  per l’informazione vedi qui).

Situazione umanitaria 

16 agosto: il report pubblicato dalla Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Fertile (IFRC) intitolato “Senegal: Food Security Crisis” mette in luce la grave situazione di crisi alimentare che affligge il Senegal, uno dei paesi meno sviluppati del mondo, a causa di un’economia altamente dipendente dalla pesca e dalla “coltura da reddito”, due attività vulnerabili ai cambiamenti climatici. La situazione peggiore è registrata nel nord e nel centro del Paese. Secondo la relazione la situazione era destinata a peggiorare nei mesi di luglio, agosto e settembre, a causa in particolare dell’aumento dei prezzi combinato con un calo delle riserve e della diminuita possibilità di accesso al cibo, accentuata dalla riduzione o dalla eliminazione di talune fonti di reddito (fonte IFRC – per l’informazione vedi qui).

 

4 luglio: la Federazione Internazionale della Croce Rossa (IFRC) ha dichiarato che in molti villaggi nel nord-est del Senegal, la terra secca e l’assenza di vegetazione, sono sintomo di un problema crescente di insicurezza alimentare che dura ormai da diversi mesi. In alcuni di questi villaggi, come in quello di Lambago, quasi il 70% degli abitanti si è visto costretto a ridurre il numero dei pasti giornalieri. La situazione, secondo quanto testimoniato nell’articolo, è molto simile in altri villaggi dell’area del Sahel, dove precipitazioni irregolari e i raccolti rovinati sono causa di insicurezza alimentare  e malnutrizione (fonte IFRC – per l’informazione vedi qui).

 

29 luglio: secondo gli ultimi dati OCHA relativi al 2016 sulla sicurezza alimentare e sul livello di nutrizione della popolazione in Senegal riferiscono di 484.000 persone in condizione di grave insicurezza alimentare e 94.000 bambini affetti da malnutrizione acuta (fonte ReliefWeb – per l’informazione vedi qui).

 

14 settembre: secondo un approfondimento pubblicato da Irin sul tema del cambiamento climatico, la vita in Senegal sta diventando più difficile per gli agricoltori senegalesi. I problemi maggiori sono la salificazione dei terreni lungo diversi tratti di costa, dove negli ultimi 30 anni tra  700.000 e 1 milione di ettari nell’area del delta del Sine-Saloum sono stati colpiti. Oltre alla salificazione sono riportati come maggiori problemi conseguenti al cambiamento climatico anche la riduzione delle piogge e l’aumento delle temperature (fonte Irin – per l’informazione vedi qui).