L’autorevole ONG con sede a Bruxelles ha pubblicato sul suo sito un’analisi molto approfondita della nuova proposta di rifusione della Direttiva Procedure, presentata dalla Commissione lo scorso 1^ giugno.

ECRE, che come molti altri ritiene la Direttiva attualmente in vigore molto problematica, aveva largamente apprezzato la proposta presentata dalla Commissione nel 2009 che tuttavia, come si sa, era finita impantanata nei negoziati.
Con riguardo alla nuova proposta, al contrario, ECRE nota diversi peggioramenti. Pur riconoscendo che rimane evidente il tentativo generale di migliorare la qualità delle decisioni prese in prima istanza, l’organizzazione nota come certe nuove previsioni, qualora effettivamente adottate, potrebbero seriamente compromettere il raggiungimento di questo risultato.
In particolare, ECRE è preoccupata dalle seguenti modifiche:
– una maggiore flessibilità per gli Stati in caso di arrivi di grandi numeri di richiedenti asilo, con riferimento a: obbligo di registrare la domanda entro 72 ore, autorità responsabile dell’esame, conclusione in principio entro 6 mesi della procedura;
– garanzie più deboli in tema di servizi di interpretariato da fornire al confine o nei centri di trattenimento e accesso di ONG ai suddetti centri al confine;
– l’obbligo di scrivere un “rapporto dettagliato” dell’audizione e non più di trascriverla per intero;
– minori garanzie in tema di assistenza e rappresentanza legale;
– estensione della lista di ragioni procedurali per accelerare la procedura.
 
In maniera crediamo molto corretta, ECRE sottolinea come un miglioramento della qualità delle procedure contribuisce non solo a una maggiore protezione dei diritti, ma anche all’efficienza del sistema nel suo complesso.
Lettura molto consigliata.