Il 22-23 settembre si è svolto il Consiglio Giustizia e Affari Interni.
Per quanto di nostro interesse, il Consiglio ha discusso lo stato dell’arte dei negoziati sul rinnovo degli strumenti del “pacchetto asilo”.

Nel comunicato stampa del Consiglio viene detto che l’attenzione si è concentrata soprattutto sul Regolamento Dublino e, in particolare, sul “meccanismo di valutazione” che, nelle intenzioni della Presidenza polacca (la Polonia è presidente di turno del Consiglio UE fino alla fine dell’anno), dovrebbe servire a prevenire le crisi dei sistemi di asilo.

Tale meccanismo avrebbe un duplice obiettivo: creare fiducia reciproca fra gli Stati e funzionare come meccanismo di allerta, al fine di essere preparati a eventuali crisi e facilitare così le decisioni sull’attivazione del “meccanismo di emergenza“, contenuto invece nella proposta della Commissione europea di rifusione del Regolamento Dublino II e attualmente osteggiato dalla maggioranza degli Stati membri.

Ricordiamo che il “meccanismo di emergenza” proposto prevede la possibilità per la Commissione di sospendere temporaneamente tutti i trasferimenti di richiedenti asilo ai sensi del Regolamento Dublino verso un Paese, qualora questo si trovi in una situazione di particolare pressione sul suo sistema di asilo, ovvero qualora il livello di tutela nel Paese in questione non sia conforme alla legislazione UE (con riferimento soprattutto agli standard delle Direttive Accoglienza e Procedure).

Secondo il comunicato stampa del Consiglio, l’idea di un meccanismo di valutazione è stata ben accolta, mentre la maggioranza degli Stati continua a rifiutare il meccanismo di emergenza, anche se accompagnato dal meccanismo di valutazione.

Anche il blog della Commissaria Malmström fa un breve resoconto dell’incontro. E, ancor più chiaramente, ci dice che è andata piuttosto male.  

Non direttamente collegato al tema dell’asilo: il Consiglio non è riuscito a trovare l’accordo necessario per allargare l’area Schengen a Romania e Bulgaria.



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